Il 14 marzo, dalle 18.00 alle 20.30, nella sala Gandhi del Centro Studi Sereno Regis di Torino, sono presenti, in prosecuzione dell’assemblea del 6 marzo (conseguente alla lettera-appello “All’armi son fascisti. Torino deve reagire”), 41 persone, come singoli e/o in rappresentanza delle organizzazioni che hanno aderito all’appello (come da elenco allegato).
Dopo una breve introduzione di Livio Pepino, in rappresentanza dei firmatari della lettera-appello, prendono la parola:
1) Carla Quaglino (Casa delle donne)
2) Monica Quirico
3) Umberto (Centro sociale Askatasuna)
4) Roberto Borri (Anpi provinciale e sezione Nizza Lingotto)
5) Giustino Scotto (Volere la Luna)
6) Stefano Alberione (Poderosa e Rifondazione)
7) Ezio Bertok (Controsservatorio Valsusa)
8) Marisa Quirico (Aned)
9) Davide (Centro sociale Gabrio)
10) Diana (Mamme in piazza per la libertà di dissenso)
11) Diego Guzzi (Unione culturale Franco Antonicelli)
12) Edi Lazzi (Fiom)
13) Andrea Polacchi (Arci)
14) Chiara Acciarini (Volere la Luna)
15) Rita Vittoris (Centro studi Sereno Regis)
16) Ilaria Mardocco (Anpi provinciale e sezione Nichelino)
17) Roberto Lamacchia (Giuristi democratici)
18) Elena Giordana (Treno della memoria)
19) Fulvio Grandinetti (Anpi Grugliasco)
20) Alessandra Algostino (Volere la Luna)
All’esito del dibattito e delle conclusioni tratte da Livio Pepino, i presenti deliberano la costituzione del Coordinamento antifascista torinese. Il Coordinamento si propone di essere una struttura di raccordo tra le organizzazioni territoriali (di Torino e dell’area metropolitana) e i singoli impegnati sul fronte antifascista e accomunati dalla convinzione che il fascismo e le sue manifestazioni hanno superato nel Paese il livello di guardia e che è necessaria – sul piano istituzionale, ma anche a livello politico, culturale, educativo e sociale – una reazione netta e priva di qualsivoglia apertura nei confronti della destra attualmente al governo. In questa prospettiva resta ferma la piena autonomia delle associazioni aderenti anche per le iniziative da assumere, che il Coordinamento cercherà di valorizzare a fianco di quelle realizzate in proprio.
La struttura organizzativa del Coordinamento e il programma delle attività saranno definiti in una prossima riunione convocata ad hoc entro la fine di marzo individuando peraltro fin d’ora alcune direttrici di lavoro. In particolare si prevedono:
a) la costituzione di un osservatorio permanente sui fatti e sulle scelte ricollegabili al fascismo, alle sue pratiche e alla sua cultura che avvengono nel territorio torinese (con riferimento alle istituzioni, al territorio, all’informazione, alla scuola etc.). L’osservatorio, che dovrà raccordarsi con le analoghe esperienze esistenti in altri territori, dovrà fare un’attività di monitoraggio e di denuncia (avvalendosi prevalentemente delle risorse delle organizzazioni aderenti), anche in termini di primo intervento a fronte del verificarsi di fatti di particolare rilievo;
b) la promozione e il sostegno di iniziative realizzate dalle diverse associazioni aderenti e l’organizzazione in proprio di un ventaglio di eventi in diversi luoghi della città, appoggiandosi ad organizzazioni del territorio e anche facendo ricorso a modalità innovative, su tre versanti:
– la memoria del fascismo e dell’antifascismo storico (anche attraverso la rivisitazione di luoghi simbolici);
– il contrasto del fascismo di oggi (in termini di analisi e di denuncia);
– la definizione di progetti alternativi a quelli della destra da mettere in campo nei settori più sensibili (lavoro, scuola, ambiente etc.);
c) una presenza visibile negli eventi cittadini di maggior rilievo, a cominciare dalla fiaccolata del 24 aprile prossimo e dal corteo del 1 maggio. In relazione a questi due eventi si segnala l’opportunità di chiedere agli organizzatori (rispettivamente l’Anpi e le Organizzazioni sindacali) che il 24 aprile intervengano dal palco solo, insieme al rappresentante dell’Anpi, testimoni della Resistenza e un/una giovane che ne raccolga il testimone e che il 1 maggio sia garantita l’agibilità della piazza a tutte/i (e, in particolare, del cosiddetto spezzone sociale a fronte dell’impegno di quest’ultimo di evitare gesti di violenza).
il presidente dell’assemblea
Livio Pepino
